Gennaio 2022.
Le feste natalizie sono appena trascorse e le merci invendute brillano nelle vetrine illuminate mentre appaiono i primi “saldi”. Le strade, ancora sotto le fantasmagoriche luminarie, sono trafficate per la voglia di evasione, compressa dalle stagioni pandemiche.
Le giornate sono davvero corte anche se il solstizio d’inverno ha già dato il via al risveglio della natura. L’antico adagio: “A Nadàl un pass de un gal, a Pasqueta (Epifania) ‘na meza oreta” si riferisce proprio all’allungarsi delle ore di luce della giornata. Il freddo e le molte faccende da sbrigare non incoraggiano le lunghe passeggiate, ma oggi il cielo è azzurro e terso e non si resiste al richiamo, così si va alle Grave di Ciano.

Lasciamo l’auto al parcheggio e seguiamo il sentiero, all’ombra degli alberi c’è ancora una spolverata di brina, residuo del gelo notturno. Le montagne innevate si vedono nitidissime. In questo luogo regnano tranquillità, pace e silenzio, tutto sembra immobile.
Ma si sa che anche il silenzio e la quiete sono relativi e, abbandonati da alcuni minuti i rumori del traffico e della vita quotidiana, percepiamo suoni diversi, fruscii sottili negli spazi naturali assopiti nel riposo invernale.
Molti volatili si muovono tra i cespugli e poi sfrecciano veloci, non senza dare sfoggio dei loro cinguettii. A tratti si ode il martellare lontano e regolare di un picchio.

In questi mesi freddi tra la ricchissima avifauna delle Grave di Ciano c’è chi è partito e chi rimane.
Alcune specie migrano, come i gruccioni (Merops apiaster), uccelli amanti degli ambienti caldi.

Costruiscono i loro nidi in gallerie scavate su pareti sabbiose e si nutrono di insetti. D’estate trovano il loro habitat naturale alle Grave di Ciano, e vivono in piccole comunità mentre in autunno lasciano questo luogo e migrano verso l’Africa, dove ora stanno svernando al calduccio.
Poi ci sono gli uccelli stanziali, come l’azzurro Martin pescatore (Alcedo atthis) che trascorrerà qui anche questo inverno.

Ama i corsi d’acqua lievemente corrente e limpida tanto da permettergli di individuare le prede, pesciolini e insetti acquatici che cattura tuffandosi da posatoi sulla riva. Questo meraviglioso uccellino, proprio come i gruccioni, nidifica in gallerie, ma a differenza di quelli, che non disdegnano la compagnia dei loro simili, è molto territoriale, e non sopporta la vicinanza dei conspecifici.
È partito ormai il falco pecchiaiolo, lasciando il cielo al gheppio e alla poiana, ma tornerà a primavera, come i gruccioni e gli altri che hanno eletto questo luogo a propria dimora. Dispiace pensare che potrebbero trovare un cantiere sempre più grande, anno dopo anno, fino a privarli del tutto di questo spazio vitale.

L’erba dei prati è secca, non si vede più nemmeno un fiore, gli arbusti formano una fascia intricata e fitta. Osservando con attenzione si distinguono delle piste tracciate dagli animali che muovendosi nel territorio tendono a seguire precisi itinerari e, passaggio dopo passaggio, formano dei veri e propri sentieri, spesso utilizzati da specie diverse, e visibili soprattutto dove la vegetazione è fitta.


Così noi umani seguiamo alle Grave i nostri percorsi e gli animali i loro, diversi ma non distanti, anzi a volte si incrociano e riuniscono per poi tornare ad allontanarsi.
Dopo qualche chilometro di percorso arriviamo al greto del fiume; tra i ciottoli c’è un piccolo tratto di sabbia umida, dove sono rimaste le impronte del passaggio di un piccolo ungulato, un capriolo con la sua orma a forma di cuore, sprofondata nella sabbia soffice, tanto che sono visibili anche le tracce degli speroni.

Sembrano recenti, probabilmente è passato di qui da poco, forse al mattino. Ora accanto alle sue orme ci sono le nostre, segno visibile che noi umani e gli altri animali siamo vicini, abitanti delllo stesso territorio.

La luce è dorata ora, ed è magnifico il Piave; piacerebbe restare ancora, ma il sole è basso all’orizzonte e sembra indicare che il nostro tempo sta per scadere.
Meglio affrettarsi.
Le immagini delle Grave sonnecchianti ci accompagneranno nel tragitto del rientro a casa.
SE NON L’HAI ANCORA FATTO FIRMA LA PETIZIONE PER LA SALVAGUARDIA DELLE GRAVE DI CIANO
Ambiente Arte, storia & archeologia Attivismo Attività del Comitato Fauna & flora Leggende Testimonial
abbazia attività del comitato barcaioli biodiversità casse di espansione direttiva europea 2000/60/CE ecosistema ecostistemi FAI farfalle Fauna fioritura fitodiversità fiumi flora fotografia naturalistica golena Grande Guerra guado leggende legislazione letteratura mammiferi Montello Museo di Crocetta opere idrauliche paesaggio petizione Piave poesia Prima Guerra Mondiale Rete Natura 2000 rettili road ecology Santa Mama soldati storia Testimonianze traghettatori tutela uccelli ungulati Vidor Zanzotto zatterieri